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Partiamo dall’inizio. Esiste davvero un turismo sostenibile?

“Certo, e la parola chiave è ‘consapevolezza’. Il turismo sostenibile è quel turismo che sul territorio lascia non soltanto un contributo economico, pur necessario. Si tratta di un modello ‘lento’, che si contrappone al turismo ‘mordi e fuggi’ o a quello di massa, che alla lunga creano solo danni. Il turista consapevole lascia parte di sé, prendendosi cura egli stesso del luogo che visita”.

Come si arriva a questo risultato?

“Serve tempo e la chiave è coinvolgere tutti. A ricevere un turista consapevole ci devono essere tanti cittadini consapevoli: ristoratori, albergatori, operatori culturali, gestori di impianti sportivi, amministratori e residenti. Bisogna lavorare insieme, come comunità, condividendo le best practices e, se necessario, cambiando anche mentalità, per convergere verso una visione comune e costruire un pacchetto in grado di valorizzare al meglio ognuna delle risorse disponibili”.

In questo cos’ha da offrire la Valle Camonica?

La Valle Camonica è un luogo straordinario. In circa 100 km abbiamo laghi, fiumi, torrenti, valli, montagne, ghiacciai, colline, parchi, foreste e pianure. Abbiamo la stessa biodiversità della Svezia e per questo siamo anche stati insigniti del MAB (Man and the Biosphere) da parte dell’Unesco. Non dobbiamo però commettere l’errore di accontentarci. Il fatto di avere un territorio dotato di un enorme potenziale non implica che i turisti arrivino da soli. E per questo servono idee, volontà e progettualità”.

Alcuni esempi?

“Da un lato ci stiamo impegnando per potenziare gli itinerari di trekking e i percorsi naturalistici, oltre a promuovere i prodotti enogastronomici locali attraverso, per esempio, la riscoperta delle antiche cantine vinicole. Dall’altro stiamo lavorando a progetti ambiziosi che riguardano la mobilità, perché anche gli spostamenti devono essere green. Uno (già ultimato) è la Ciclovia dell’Oglio, premiata come la ciclabile più bella d’Italia nel 2019, che percorre tutta la valle collegando i vari comuni, con aree di ristoro pensate appositamente per i ciclisti – che possono inoltre contare su un servizio capillare di noleggio ebike. L’altro riguarda la sostituzione dei vecchi treni diesel con nuovi treni a idrogeno: entro il 2023, infatti, la Valle Camonica sarà la prima Hydrogen Valley italiana. Così, chiunque potrà arrivare da noi senza prendere l’auto e con mezzi ecologici. Ma c’è di più: dopo il treno, estenderemo la tecnologia a idrogeno anche al trasporto su gomma, per rendere ecologici tutti gli spostamenti in valle”.

Tante iniziative. Ma come si fa a distinguersi da altre regioni altrettanto ricche?

“L’Italia è piena di zone splendide e questo è un bene per il nostro paese e per tutti noi. A livello locale, quello che si può e si deve fare è concentrarsi sulle proprie risorse, sulle proprie bellezze e sulla propria unicità. Il territorio camuno è un unicum e va promosso e comunicato come tale, valorizzando la varietà del paesaggio e dell’offerta culturale, enogastronomica e ricreativa. Chi viene qui può vivere ogni giorno un’esperienza diversa, appagante e all’insegna della sostenibilità. Si tratta di riuscire a raccontare bene questa esperienza, trasmettendo interesse, emozione e identità”.