Lo sviluppo del settore turistico è sempre più legato al tema della responsabilità ambientale. Ecco il parere di Alberto Ficarra, Presidente del Consorzio DMO (Destination Management Organization) della Valle Camonica.
La scelta di chi viaggia per turismo tende sempre di più a ricadere su località che fanno della sostenibilità il loro elemento distintivo. Un modello nato nel nord Europa, che si sta rapidamente diffondendo anche da noi.
Il turista di oggi è attento, sensibile, approfondisce la ricerca e prenota in base a parametri che fino a pochi anni fa non venivano minimamente considerati, legati non solo alla qualità del soggiorno ma anche alla gestione del territorio e delle risorse. Abbiamo incontrato Alberto Ficarra, Presidente del Consorzio DMO Valle Camonica, per parlare di turismo, di innovazione e di responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle persone.
Partiamo dall’inizio. Esiste davvero un turismo sostenibile?
“Premetto che una procedura precisa non esiste. Tutto dipende dalle caratteristiche dell’azienda e delle persone interessate, oltre che dal loro carattere. Di certo, bisogna prendere la cosa seriamente, gestire ogni aspetto con responsabilità e soprattutto non avere fretta. Noi abbiamo iniziato nel 2012 e prevedo che ci vorranno ancora alcuni anni. Ma fissare una data sarebbe un errore: il passaggio generazionale è un percorso che si deve compiere in modo naturale. Quando ci sentiremo pronti sarà arrivato il momento”.
Come si arriva a questo risultato?
“Serve tempo e la chiave è coinvolgere tutti. A ricevere un turista consapevole ci devono essere tanti cittadini consapevoli: ristoratori, albergatori, operatori culturali, gestori di impianti sportivi, amministratori e residenti. Bisogna lavorare insieme, come comunità, condividendo le best practices e, se necessario, cambiando anche mentalità, per convergere verso una visione comune e costruire un pacchetto in grado di valorizzare al meglio ognuna delle risorse disponibili”.
In questo cos’ha da offrire la Valle Camonica?
La Valle Camonica è un luogo straordinario. In circa 100 km abbiamo laghi, fiumi, torrenti, valli, montagne, ghiacciai, colline, parchi, foreste e pianure. Abbiamo la stessa biodiversità della Svezia e per questo siamo anche stati insigniti del MAB (Man and the Biosphere) da parte dell’Unesco. Non dobbiamo però commettere l’errore di accontentarci. Il fatto di avere un territorio dotato di un enorme potenziale non implica che i turisti arrivino da soli. E per questo servono idee, volontà e progettualità”.
Alcuni esempi?
“Da un lato ci stiamo impegnando per potenziare gli itinerari di trekking e i percorsi naturalistici, oltre a promuovere i prodotti enogastronomici locali attraverso, per esempio, la riscoperta delle antiche cantine vinicole. Dall’altro stiamo lavorando a progetti ambiziosi che riguardano la mobilità, perché anche gli spostamenti devono essere green. Uno (già ultimato) è la Ciclovia dell’Oglio, premiata come la ciclabile più bella d’Italia nel 2019, che percorre tutta la valle collegando i vari comuni, con aree di ristoro pensate appositamente per i ciclisti – che possono inoltre contare su un servizio capillare di noleggio ebike. L’altro riguarda la sostituzione dei vecchi treni diesel con nuovi treni a idrogeno: entro il 2023, infatti, la Valle Camonica sarà la prima Hydrogen Valley italiana. Così, chiunque potrà arrivare da noi senza prendere l’auto e con mezzi ecologici. Ma c’è di più: dopo il treno, estenderemo la tecnologia a idrogeno anche al trasporto su gomma, per rendere ecologici tutti gli spostamenti in valle”.
Tante iniziative. Ma come si fa a distinguersi da altre regioni altrettanto ricche?
“L’Italia è piena di zone splendide e questo è un bene per il nostro paese e per tutti noi. A livello locale, quello che si può e si deve fare è concentrarsi sulle proprie risorse, sulle proprie bellezze e sulla propria unicità. Il territorio camuno è un unicum e va promosso e comunicato come tale, valorizzando la varietà del paesaggio e dell’offerta culturale, enogastronomica e ricreativa. Chi viene qui può vivere ogni giorno un’esperienza diversa, appagante e all’insegna della sostenibilità. Si tratta di riuscire a raccontare bene questa esperienza, trasmettendo interesse, emozione e identità”.