- Cosa sono i cibi ultra-processati e perché dovremmo evitarli? I consigli pratici del biologo nutrizionista Omar Scomodon per orientarsi nella quotidianità alimentare.
- Mentre gli scaffali dei supermercati traboccano di prodotti pronti e confezionati, la nostra alimentazione rischia di diventare una sequenza di ingredienti industriali privi di connessione con il valore nutrizionale e culturale del cibo.
- Da decenni e sempre di più, stiamo assistendo a una moltiplicazione incontrollata dei cibi ultra-processati. Perché rappresenta un’emergenza per la nostra salute?
- Cosa si intende per ‘cibi ultra-processati’ e in che modo si distinguono?
- Quali sono i principi fondanti di una dieta bilanciata?
- Carboidrati, proteine, legumi, carne, verdura: cosa scegliere?
- Lei si occupa anche di formazione nelle scuole: cos’è che ostacola l’adozione di un’alimentazione più sana e naturale?
- Tra diete di tendenza, teorie contrastanti e un’informazione sempre più caotica, cosa si sente di consigliare?
Cosa sono i cibi ultra-processati e perché dovremmo evitarli? I consigli pratici del biologo nutrizionista Omar Scomodon per orientarsi nella quotidianità alimentare.
Mentre gli scaffali dei supermercati traboccano di prodotti pronti e confezionati, la nostra alimentazione rischia di diventare una sequenza di ingredienti industriali privi di connessione con il valore nutrizionale e culturale del cibo.
Il risultato? Un’escalation di disturbi, allergie e patologie che minacciano il benessere di milioni di persone. Con un approccio che si basa su evidenze scientifiche, educazione alimentare e semplicità, il biologo nutrizionista Omar Scomodon ci svela i meccanismi dannosi delle lavorazioni industriali, invitandoci a ripensare il nostro rapporto con il cibo ultra‑processato e a fare della consapevolezza il primo ingrediente di un’alimentazione sana e rigenerante.
Da decenni e sempre di più, stiamo assistendo a una moltiplicazione incontrollata dei cibi ultra-processati. Perché rappresenta un’emergenza per la nostra salute?
“Le generazioni più giovani sono cresciute a pane e cibi ultra processati: prodotti sempre più vari, saporiti e duraturi sono diventati parte integrante della nostra quotidianità, spesso senza che ce ne accorgiamo. Tuttavia, quegli ingredienti ‘miracolosi’ impiegati per migliorare gusto, aspetto e per allungare la shelf-life – tra cui coloranti, conservanti, emulsionanti, acidificanti e stabilizzanti – non sono neutri. Per esempio, gli emulsionanti usati per rendere più cremosi i dessert proteici possono danneggiare lo strato di mucosa intestinale, favorendo infiammazioni croniche e disturbi come il colon irritabile. Gli effetti negativi possono anche essere trasmessi da madre a figlio: l’assunzione di alimenti ultra processati in gravidanza è stata infatti associata a patologie, allergie e disturbi metabolici nel nascituro, e persino le prime emozioni legate al gusto iniziano a formarsi nel ventre materno”.
Cosa si intende per ‘cibi ultra-processati’ e in che modo si distinguono?
“Lo strumento per identificare un cibo ultra-processato è l’etichetta. Ecco perché dovremmo tutti imparare a leggerla per capire cosa c’è dentro quello che compriamo e mangiamo. Le cose da verificare sono tre: il numero di ingredienti (meno sono, meglio è), la quantità di zucchero e quella di sale (principali responsabili di obesità, diabete, disturbi alimentari e della maggior parte degli eventi cardiovascolari). Anche l’origine è importante e in questo in Italia siamo fortunati, perché le nostre normative sono tra le più rigide a livello europeo e mondiale nel comparto agroalimentare, quindi mangiare italiano spesso è anche mangiare sicuro. Nel caso di frutta e verdura, poi, è bene sapere che quella meno bella esteticamente, magari con qualche segno, è quella che ha dovuto combattere di più per la sopravvivenza, sviluppando sostanze come i polifenoli, che hanno effetti benefici sull’organismo umano”.
Quali sono i principi fondanti di una dieta bilanciata?
“Credo che gran parte del problema stia proprio nelle parole che usiamo. Cosa vuol dire ‘bilanciata’? Secondo quali canoni? Ogni giorno si promuovono nuove diete dai nomi esotici e attraenti, ma la risposta della scienza è solo una ed è sempre la stessa: dieta mediterranea. Si tratta di scegliere cibi di qualità e che siano in grado di farci bene fisicamente e mentalmente. Tutto il resto è moda e marketing”.
Carboidrati, proteine, legumi, carne, verdura: cosa scegliere?
“Potrei rispondere che tutto fa bene e tutto fa male. Ogni scelta deve essere funzionale ai bisogni e alle caratteristiche del singolo individuo, oltre che al suo stile di vita. Non esistono cibi cattivi o cibi buoni in sé, ma dipende tutto dal caso specifico e ovviamente dalla misura. Il nostro corpo si adatta a tutto e prima di inviare segnali d’allarme possono passare anni, ma è assodato per esempio che l’eccesso prolungato di calorie non utilizzate affatica il corpo che di conseguenza si ‘rompe’ prima, mentre una restrizione calorica, anche se contenuta, favorisce la longevità. Siamo noi e solo noi a poter fornire un riscontro a noi stessi: bisogna provare e capire cosa ci fa stare bene”.
Lei si occupa anche di formazione nelle scuole: cos’è che ostacola l’adozione di un’alimentazione più sana e naturale?
“Oggi si pensa che per avere risultati bisogna essere più furbi, che esista sempre un trucco o un segreto che in pochi conoscono. La verità è che non esiste alcun segreto, solo l’impegno. Ai ragazzi cerco di far capire perché mangiare sano ci fa bene e di convincerli a prendersi cura del loro corpo come se fosse un lavoro, iniziando subito, senza rimandare. E poi c’è la questione culturale e sociale del cibo, ovvero il tempo e l’attenzione che dedichiamo quotidianamente alla preparazione e al consumo dei pasti, cose che oggi tendiamo a trascurare sempre di più. Non c’è nulla di semplice, ma ne vale la pena, perché il nostro corpo è la cosa più preziosa che abbiamo”.
Tra diete di tendenza, teorie contrastanti e un’informazione sempre più caotica, cosa si sente di consigliare?
“Il mio invito è semplice: non accettate nulla per scontato. In nutrizione non ci sono verità assolute, ma solo ipotesi da mettere continuamente alla prova. È dal dubbio che nascono le domande giuste, e dalle domande giuste arrivano le risposte corrette. Risposte che devono essere personali, perché non esiste una dieta universale. Quindi mantenete viva la curiosità, continuate a interrogarvi e scoprirete cosa funziona davvero per voi”.

