Il libro, si sa, è uno dei mezzi di comunicazione, di informazione e di diffusione del sapere più antichi. Le motivazioni per scrivere un libro possono essere le più disparate, ma solitamente attribuiamo quest’azione agli scrittori di professione, ai personaggi pubblici, oppure a professori, studiosi, esperti in materia che intendono fornire adeguati mezzi per divulgare e tramandare nozioni.
Negli ultimi anni, invece, si fa sempre più largo la tendenza a voler scrivere e pubblicare libri anche da parte di organismi, aziende, associazioni, imprenditori, professionisti con lo scopo, ad esempio, di riportare le proprie conoscenze in un determinato settore, la propria esperienza sul campo o, ancora, i risultati di una ricerca, così come la riuscita di un progetto. Quali sono le motivazioni alla base di questa scelta? Perché è importante?
Fondamentale è il fatto che chi scrive è qualcuno che conosce perfettamente il proprio settore e che magari ha, col tempo, sviluppato idee, metodi, approcci, tecnologie, ricerche che ritiene valga la pena condividere e diffondere.
Inoltre, molte persone saranno più invogliate a leggere contenuti redatti da un autore che in prima persona ha vissuto esperienze sulla propria pelle, da chi “ci è passato” ed è riuscito ad ottenere risultati nel proprio business, rispetto ad esempio ad un mero volume teorico sull’argomento in questione. L’ autorevolezza nei confronti del target è sicuramente da non sottovalutare e l’auto identificazione con “chi ce l’ha fatta” fa la differenza.
Pubblicare un libro può poi aiutare nell’aumentare la propria visibilità e nel farsi conoscere da nuovi potenziali clienti, collaboratori, partner, realtà che prima era difficile raggiungere, ma anche dal mondo editoriale stesso, con la possibilità di intraprendere un “percorso parallelo” e di poter pubblicare in futuro magari con l’aiuto di una casa editrice.
Non da ultimo, un imprenditore, un’azienda, un’associazione, scrivendo un libro contribuisce senz’altro ad aumentare la percezione di sé che dà al mercato, consolidando il brand e conferendone autorevolezza.
Alla base deve esserci un contenuto molto valido, non basta pubblicare tanto per farlo. Così come si può migliorare la propria brand reputation, infatti, è anche possibile “perdere” di credibilità nel caso in cui si passi un messaggio poco valido, poco chiaro o mal scritto.
Come fare a scrivere un buon libro senza essere scrittori?
Puoi farlo tu, naturalmente sotto l’attenta supervisione di editor e correttori di bozze, oppure…beh, esistono i ghostwriter, no? Puoi affidarti a qualcuno che sappia scrivere e trasmettere esattamente concetti, sensazioni, emozioni “su tuo mandato”. In questo caso dovrà crearsi una solida collaborazione e un’affinità che consenta di dare voce ai tuoi pensieri come se a farlo fossi tu.
E per la pubblicazione? Puoi cercare di fare colpo su una casa editrice (major, media o piccola che sia), oppure ricorrere al self publishing, in cartaceo o in digitale.
Nel caso tu voglia produrre la versione cartacea, naturalmente, ti dovrai rivolgere a professionisti che cureranno per te l’impaginazione grafica del libro e le eventuali illustrazioni, per poi procedere con la stampa offset, la creazione della copertina e la rilegatura.
In ogni caso, se hai informazioni da condividere, notizie da divulgare, esperienze da raccontare relative alla tua professione e al tuo settore…scrivere e pubblicare un libro può rivelarsi un’azione importantissima per il tuo brand da tantissimi punti di vista.
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Scopri il progetto di Ring ODR, organismo di ricerca che ha l’obiettivo di essere un ponte tra il mondo scientifico accademico e il mondo imprenditoriale, che ha prodotto e pubblicato le traduzioni in italiano dei manuali OCSE Frascati 2015 e Oslo 2018, principali riferimenti internazionali per quanto riguarda le definizioni e le metodologie in ambito di ricerca, sviluppo ed innovazione.